TE LE SUONA...E TE LE CANTI..!

La carriera di Lenny Kravitz, inutile dirlo, si è ramificata su vari aspetti, non soltanto su quello musicale. Potremmo infatti considerarlo un vero e proprio “modello”, attore e chi ne ha più ne metta; addirittura c’è chi lo nomina come “sex symbol”, non a caso ultimamente abbiamo la TV tempestata dalla pubblicità degli occhiali Rayban con il nostro cantante statunitense piantato sullo schermo con pose mascoline. A parte queste considerazioni, bisogna dire che Lenny è sempre stato un grande polistrumentista e autore di grande rispetto e carisma, spaziando tra svariati generi e portando un blues rock sempre ben impacchettato, che sicuramente lo ha fatto amare a tante generazioni del post 2000. Questo bisogna riconoscerlo. Nel corso della sua carriera si è poi lanciato in alcune sperimentazioni un po’ fugaci con l’alt-funk, dal bel groove, il tutto sempre accompagnato da un comparto vocale ottimo, che a 59 anni è tutt’ora molto invidiabile. Dal precedente “Raise Vibration“, la ricetta fino ad oggi non è mai cambiata: adesso si parla di soul, reggae, intersezioni synth, lasciando spazio anche nel folk acustico, e perché no? anche un ritorno al rock. “Blue Electric Light“, in uscita oggi, rimembra quelle stesse coordinate, su quell’oceano sonoro, dove tutte le canzoni hanno quel sentore estivo che fa il verso anche ai grandi festival di settore, ma non solo. La cosa che rende spigliato questo album è anche l’immediatezza radiofonica, è suonato con intelligenza e sottolinea ancora una volta che la black music è padrona in tutto. Da trent’anni, ormai, il nostro Lenny ce l’ha presentata in tutte le salse, e qui non viene stravolto nulla, né revisionato né rimodernato. Viene aggiunta anche quella freschezza che è data anche da una grande produzione “do it yourself”, pur facendosi aiutare anche dall’amico di lunga data e chitarrista dell sua band, Craig Ross. Si ritorna anche a tematiche romantiche, ispiratrici e universali, ma che riflettono anche sull’eredità di pioniere del genere. In It’s Just Another Find Day o TK421 viene proposta una musica dal forte groove che fa il verso alla pista da ballo, oppure è ancora degna di nota la meravigliosa ballata soul anni Settanta Honey. La successiva Paralyzed, invece, ritorna sui territori del rock che l’artista batteva quando era un ragazzo negli anni Novanta: è la canzone più energica del disco. A volte quando scrivo canzoni, possono volerci cinque minuti o cinque settimane. Non posso mai prevedere che cosa sarà. Con questo album ho pensato di avere il blocco dello scrittore, proprio come mentre stavo registrando il mio primo album, ma in realtà non fu un vero e proprio blocco. Ho capito in seguito che avevo solo bisogno di fermarmi e rimanere in silenzio, in attesa dell’ispirazione giusta. A volte è necessario fermarsi e tacere. Forse, la canzone che salta più all’occhio e che è coerente anche con la “spiritualità” dell’artista é Love Is My Religion, un altro appello rock/funk bollente e smisurato, gioviale e festaiolo e pieno d’amore. Nella sua interezza, “Blue Electric Light” è un album con una tracklist variegata e priva di monotonia. Si passa alla scuola di Steve Wonder e James Brown senza forzature e senza pensarci troppo presentando un lavoro che è come una grande festa, con il sole allo zenith, drink afrodisiaci e spiagge luminose. In conclusione: rock’n’roll con chitarre funk estatiche, synth analogici robotici, talkbox weezy, un ritmo da dancefloor, assoli di sassofono infuocati e un’intelligente strizzata d’occhio sia a “Boogie Nights”, sia a “Star Wars”. Lenny Kravitz con “Blue Electric Light” ci regala il disco più energico dei suoi ultimi 10 anni, non lesinando in riferimenti alla musica spiritual e ai balletti 80s disco dance. Potrebbe sembrare un lavoro molto simile ai suoi predecessori di questo secolo, ma a 59 anni un disco con questa energia se lo sognano in molti. Fonti Dal Web

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